martedì 31 dicembre 2013

At the end of the day.

Tiriamo le somme.

Avevo detto che sarei tornata, ma ogni volta mi sembra più difficile far fluire i pensieri e trasformarli in parole.

Il 2013 è ormai giunto al termine e negli ultimi giorni ho la costante illusione che allo scoccare della mezzanotte il Capodanno mi permetterà di risorgere dalle mie ceneri come una fenice. Immagino che in tanti abbiano questa vana speranza.
Negli ultimi mesi sono stata insultata più del solito da mio padre, minacciata e mandata via di casa; il mio ragazzo e i suoi genitori si sono offerti di ospitarmi finché non troverò un lavoro. 
Sono quasi 3 mesi che sono a Prato e, per quanto possa sembrare assurdo, mi manca Milano. 
Mi manca il mio canino S., mi manca la nebbia, mi manca la quotidianità di un tempo, lo sguardo vitreo nel caos milanese. Mi manca avere degli spazi solo miei, mi manca la possibilità di digiunare indisturbata. 
A volte mi manca addirittura casa, con la mia famiglia che mi spinge all'autodistruzione.
Provo sentimenti ambivalenti nei confronti del dolore, la malattia e la salvezza, la cura.
Sono sempre più stanca, in tutti i sensi. 
Le prime settimane di permanenza qui pensavo che col tempo sarei stata bene, i pensieri negativi erano diminuiti e il desiderio di farmi del male sembrava tacere. L'inferno ha fatto presto a riaprire le porte, ma non è concesso stare male perché questa non è la casa in cui (soprav)vivevo prima, qui le persone ti guardano, fanno domande, minimizzano - forse per tirarti su, ma tanto non funziona così. Qui si sta a tavola tutti insieme, ti guardano nel piatto e ti danno altro cibo ché "'un tu hai mangiato niente, nini". Non sono abituata ad abitare con persone attente e che, a modo loro, ascoltano. Non sono abituata a una famiglia che funziona e che si ama.
Nonostante qui mi trattino bene vorrei andare via, avere un posto da sentire mio e non solo per avere la certezza di poter mettere in atto le mie pratiche deleterie...mi manca stare da sola, perdermi tra pensieri e inchiostro bevendo tè caldo.

Volevo scrivere dei "buoni propositi" ma mi sono resa conto che sono stati surclassati dai desideri dannosi, poi non è che ci creda molto nei buoni propositi da "nuovo anno, nuova vita".
Auguro a chi mi legge una buona fine 2013 e un buon 2014, spero che almeno per qualcuno il nuovo anno possa essere la rinascita che vorrei.